Del Vangelo si può parlare in tanti modi. Un punto di vista fruttuoso è metterlo in collegament con l’arte, la musica, le manifestazioni culturali. Qui vorrei fare un micro percorso, facendomi aiutare da cinque opere sul tema.
1) L’annunciazione di Santa Maria Maggiore
Cominciamo dall’annuncio dell’Angelo nel mosaico di Santa Maria Maggiore, a Roma. Ciò che colpisce, anche a un primo sguardo, è la presenza di una colomba in volo, sopra la testa di Maria: sin dal primo istante, dev’essere chiaro che la vicenda sarà mossa dallo Spirito. Non è l’uomo a condurre la storia ma Dio, che tutto fa nascere e rinascere, “di nuovo e dall’alto”, come Gesù farà sapere a Nicodemo. Da allora in poi, la verifica dell’autenticità, dell’appartenenza al Progetto, si farà su un binomio inscindibile: Maria e lo Spirito Santo, segni di una Presenza in grado di liberare dal male e dal maligno. Quando uno di loro viene meno, il pericolo è mortale.
2) L’adorazione dei pastori (Rembrandt)
Gesù nasce in un ambiente povero: in una grotta, si pensava; oggi si è più propensi a ritenere che per Maria e Giuseppe non ci fosse posto nella “stanza” dove viveva la famiglia, per cui furono accolti nella parte riservata agli animali. La morte di Gesù, crocifisso fuori delle mura, ossia in una discarica, farà da drammatico “pendant” a questa storia di esclusione. I primi testimoni della nascita sono i pastori, emarginati dalla società, ma cari a Dio, come tutti gli ultimi del mondo. Il centro dell’opera è un altro, tuttavia: non è possibile fermarsi sulle istanze sociali, pauperistiche; la Chiesa non è una associazione benefica o un partito populista; tutto converge verso il punto luminoso che è Cristo, il senso della storia, della povertà e della ricchezza, del fallimento e del successo. Senza di lui, tutto è avvolto nelle tenebre del male.
3) La vocazione di San Matteo (Caravaggio)
La straordinaria opera di Michelangelo Merisi sembra contraddire ciò che ho appena affermato: Cristo è in ombra, mentre l’uomo è immerso nella luce. Chi ama e chiama per amore – qui è d’obbligo il gioco di parole – non si mette in primo piano, non propone se stesso come centro d’attrazione, non si erge come star nel bel mezzo di una folla adorante. Al ricco che lo apostrofa come “maestro buono”, Gesù risponde subito: perché mi chiami buono? Uno solo è buono. Chi ama muore, come il chicco di grano, e risorge nella vita che trasmette all’altro.
4) I discepoli di Emmaus (Caravaggio)
Le due versioni dei Discepoli di Emmaus, del Caravaggio, confermano quanto appena detto: la prima è un tripudio di colori, con un Gesù paffuto e rubicondo che campeggia tra i seguaci estasiati, a braccia larghe, come di fronte a uno spettacolo. La seconda è intima e discreta, con un Cristo smagrito e affaticato dal donarsi, consumato, come una candela sull’altare, immagine vivente della Pasqua.
5) Trittico del giudizio universale (Beato Angelico)
Ed eccola, la Pasqua eterna, gloriosa, immortalata in quest’opera splendida del Beato Angelico, che ha voluto ricordarci come i salvati salgano al Cielo prendendosi per mano, in un gesto inconfondibile di comunione e intimità, mentre i dannati si dirigono, ognuno per suo conto, al tormento dell’individualismo senza uscita, dell’io che si gonfia fino a non lasciare alcuno spazio all’Altro: al bello, al buono, al vero.
Il Vangelo è il cammino benedetto dall’io al tu, dalla nascita nel mondo alla Pasqua eterna del Cielo.
5 modi di pregare, dagli occhi al cuore.
Grazie
Il bello, il buono, il vero e’ tutto qui.
Grazie.